Architettura... composizione di forme,
accostamenti di colore, sensibilita' per i dettagli e per gli scorci, e tutto in
modo magicamente spontaneo e passionale. "Nessuna mente umana dovrebbe mai
mettere mano nel costruirsi di certe cose", nessun pensiero, nessuna trattazione
filosofica, nessun calcolo scientifico; solo puro istinto, misto al caso o alla
natura degli eventi e solo voglia di bellezza, tanta, ma nulla di piu', nulla di
aggiunto e artificiale.
Architettura... un atavico bisogno di
uno spazio per se stessi in armonia con i propri moti interiori, sogni e limiti,
e ricco del fascino dato dalla naturale propensione al bello.
Architettura attraversata dalla vita vera, permeata
di verita' e non di bugie, pregna di contenuti profondi e non di asettiche
facciate. Architettura autentica e sincera.
Architettura che rispetta e
rispecchia l'uomo, che lo aiuta nell'espressione di sè, nei suoi mutamenti
inesorabili e imprevedibili, che gli si offre come il riflesso del suo vivere e
lo strumento delle sue metamorfosi senza nessuna regola imposta da ordini
precostituiti di chi decide che l'architettura è assoluta e non relativa e di
chi vuole studiare anzichè sentire.
In fondo, "fare" l'architetto, nel
comune pensare, è improprio... basterebbe semplicemente spingersi verso modi
alternativi di far lavorare la mente e il cuore; e immaginare lo spazio organicamente, per
generare, trasmettere e sedimentare emozioni. Gli architetti devono mettersi in
viaggio nella ricerca di sè e, da se stessi, partire verso gli altri e, per gli
altri, chiedersi come adoperarsi per renderli felici.
L'architetto dovrebbe "essere" colui
che resta in ascolto e percepisce, e poi afferra cio' che di piu' intimo cela l'animo
umano per potenziarlo e per permettergli di scoprire impeti e istinti che
attendono di esprimersi. Esprimersi in un "luogo" che l'uomo stesso si è scelto
e che sente appartenergli; che pulsa, che odora, che parla e che è unico, come
irripetibile è l'uomo che ci vivra'.
Architettura come percorso di
silenzio, di accoglienza, di sensazioni e di "moti" progettuali, quali un mix
di arte folle, di sapienza tecnica e conoscenza del mondo... per arrivare a
immaginare e poi "edificare" cio' che prima gia' c'era, dentro e intorno, ma non si vedeva... e
creare nella materia cio' che prima era un'anima.
Eziana
Arch. Eziana Mitolo
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